Bonus Psicologo: record in Lombardia
La nostra psicologa e psicoterapeuta Greta Pasqualini è stata intervistata dalla testata Spazio50 riguardo l’importanza di seguire un percorso di psicoterapia a tutte le età e di quanto il Bonus Psicologo abbia riscontrato successo in Lombardia. Riportiamo di seguito l’articolo, redatto da Giulia Zaccardelli.
“Nel 2022 il Ministero della Salute ha introdotto uno strumento per far fronte all’aumento dei disturbi d’ansia, stress e depressione dovuti alla pandemia. Un’occasione per puntare i riflettori sull’importanza di promuovere e ricercare il benessere psicologico a tutte le età. Ne parliamo con la psicologa Greta Pasqualini.
È trascorso un anno da quando il Ministero della Salute ha attivato il ‘Bonus psicologo’, un contributo finanziario erogato dall’Inps per effettuare sedute di psicoterapia. In base ai dati diffusi lo scorso dicembre dall’Istituto, su 395.604 istanze inviate, ne sono state
accolte 41.657. Le graduatorie sono state stilate su base regionale: con 6.991 di domande accolte, la Lombardia è la regione con più beneficiari per un budget complessivo di 4.194.967 di euro, seguita dal Lazio con 3.997 e un costo di 2.398.525 di euro. Il bonus è stato
introdotto come strumento per affrontare fragilità e malessere psicologici emersi a seguito della pandemia da Covid-19 e conseguente crisi economica, che hanno generato un aumento dei disturbi d’ansia, stress e depressione. Il contributo erogato dall’Inps permette al beneficiario di sostenere le spese di un percorso di psicoterapia presso psicoterapeuti privati per un massimo di 50 euro a seduta, fino a concorrenza dell’importo riconosciuto in base all’Isee: per l’anno 2022 il tetto massimo era 600 euro a persona.
La pandemia ha così permesso di inserire nel dibattito politico e sociale il concetto di benessere psicologico, che l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – definisce come «stato nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali per rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattandosi costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni». Già nel 2005, durante la Conferenza Ministeriale europea sulla Salute mentale di Helsinki, gli Stati che vi hanno partecipato hanno sottoscritto l’affermazione per cui «non c’è salute senza salute mentale», facendosi carico di promuovere il benessere mentale della popolazione nel suo complesso.
Sul sito del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale si può leggere che a settembre 2022, quando all’Inps erano pervenute già 300.000 domande, il 43,55% di queste proveniva da giovani tra i 18 e i 35 anni, mentre il 16,62% erano di minori. Non ci sono tuttavia limiti d’età per fare richiesta del bonus né per occuparsi della propria salute mentale.
Abbiamo intervistato la psicologa e psicoterapeuta Greta Pasqualini, di orientamento cognitivo-comportamentale, responsabile dell’area adulti dello studio LOM, un centro che offre servizi riabilitativi multidisciplinari altamente specializzati, sia per l’età evolutiva sia per l’età adulta e geriatrica.
Quanti pazienti over 50 che ha in cura usufruiscono del bonus psicologo?
I pazienti over 50 che seguo hanno accolto di buon grado questa iniziativa. Tuttavia, nella mia esperienza personale, di 20 che hanno fatto richiesta, solo uno è riuscito ad ottenerlo. Nonostante ciò, noi clinici riteniamo che il bonus psicologo sia un primo passo per introdurre i concetti di psiche e benessere psicologico nel dibattito politico, sociale e mediatico.
Quali sono i disturbi per cui gli over 50 vanno in terapia?
Prima di rispondere a questa domanda, c’è una precisazione da fare: occorre infatti distinguere i pazienti over 50 fino ai 65 anni e l’utenza geriatrica, dai 65 anni in poi. Detto ciò, in seguito alla pandemia da Covid-19 sono aumentate le richieste di sostegno da parte di over 50 che soffrono di ansia e d’insonnia. Lo smart working ha alterato i tempi di lavoro e di riposo, intaccando i ritmi circadiani delle persone e ha modificato la concezione stessa di casa, che non è più un ambiente riposante e rasserenante. Gli over 65 si rivolgono a noi per curare i sintomi dell’apatia, intesa come perdita di interesse rispetto alle attività quotidiane e agli stimoli esterni. Se prima della pandemia le persone anziane frequentavano realtà associative, il Covid le ha confinate in casa senza poter uscire. Ancora oggi permangono i sintomi del disagio vissuto durante la quarantena.
E prima della pandemia?
I senior soffrono di disturbi d’ansia da almeno 10 anni, legati a problemi di natura relazionale nella sfera lavorativa e familiare, aspetti ancora presenti. Negli over 65 abbiamo riscontrato difficoltà di adattamento, soprattutto nelle persone in età pensionabile: problemi ad accettare un nuovo quotidiano svuotato e svilito di responsabilità, con un forte impatto nei rapporti familiari e nella gestione dell’irritabilità.
Come arrivano in terapia?
Anche qui è utile fare una distinzione per fasce d’età: gli over 50 vengono in terapia su propria iniziativa: la richiesta di aiuto arriva quando tutte le altre strade, compreso il supporto farmacologico, risultano fallimentari e i sintomi di ansia permangono. La motivazione di queste persone è molto forte, ma appena passa il sintomo tendono ad abbandonare il percorso. Sta a noi far capire che la terapia serve per individuare quali comportamenti, reiterati nel tempo, portano ad avere un attacco di panico, e a modificarli in modo da prevenire eventuali ricadute. Gli over 65 arrivano soprattutto per assecondare le preoccupazioni della famiglia o su richiesta del medico di base. In questo caso bisogna fare un lavoro importante sulla motivazione affinché essi possano comprendere che la terapia è un’opportunità per esplorare le proprie risorse interne.
Quanto tempo ci vuole affinché la terapia sia funzionale?
Nell’utenza geriatrica, un percorso ben strutturato inizia a dare i propri frutti dopo sei mesi/un anno. È però importante che, oltre al lavoro
individuale, il paziente sia inserito in un contesto familiare che lo supporti attivamente, per esempio aiutandolo con la tecnologia o informandosi per lui sulle possibili attività da fare o contesti in cui inserirsi. Questi pazienti riacquistano progressivamente la motivazione, si aprono alla socialità scoprendo il circolo virtuoso della condivisione, che va a sostituire quello vizioso dell’apatia e della depressione. Capiscono che sono ancora vivi ed è più facile per loro accettare i cambiamenti del quotidiano e delle potenzialità fisiche e cognitive, o la rimodulazione degli spazi di autonomia.
In che modo la società può tutelare il benessere psicologico delle persone anziane?
È importante promuovere l’idea che a qualsiasi età ci si possa prendere attivamente cura del proprio benessere psicologico e che le esigenze per raggiungerlo sono diverse. L’età geriatrica è una sfida importante per la società perché impone un ripensamento delle risorse a disposizione delle singole persone e l’accettazione che queste possano essere più limitate. Gli over 65 possono ancora essere attivi e costruire relazioni per adattarsi in modo dinamico alle nuove condizioni di vita e per riscoprire altre potenzialità. Promuovere la ricerca del benessere psicologico a tutte le età significa accompagnare le persone nelle fasi cruciali della loro vita e quindi prevenire eventuali disagi, in modo che non debbano poi rappresentare un costo per lo Stato.”