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Mindfulness: cos’è e perché utilizzarla in età evolutiva

Esiste un’idea comune che i bambini e il periodo dell’infanzia, siano immuni da stress, noi adulti spesso ci riferiamo, e ricordiamo, questa fase della nostra vita come fatta di lunghe vacanze, tempo per il gioco, gli amici, di fatto un periodo “senza pensieri”. Quest’idea è del tutto errata, questo periodo di vita può essere caratterizzato, ad esempio, da eventi maggiori, come la separazione dei genitori o la malattia di un familiare vicino (un nonno), ma anche eventi minori, fronteggiare un coetaneo prepotente, trasferirsi in un nuovo quartiere, non essere abbastanza performante a scuola o nello sport. Vi sono anche aspetti imputabili ad una società che ha profondamente cambiato la struttura delle famiglie, spesso i due genitori lavorano a tempo pieno, oppure vi sono famiglie monoparentali e questo costringe i bambini a passare molto più tempo in servizi come il dopo-scuola o con una tata a tempo pieno.

É necessario anche fare un focus sull’iperconnettività che appartiene al nostro tempo, i nuovi media o social network, penetrano inevitabilmente negli ambienti familiari, pregiudicando, anche solo parzialmente, i momenti di ritrovo come i pasti o le chiacchiere nel dopo cena. Un’altra fonte di stress per i bambini è rappresentata poi dallo stress dei genitori. Quest’articolo non vuole spaventare, ma solo portare qualche spunto di riflessione, che possa incrementare e portare verso uno dei costrutti base della Mindfulness, la consapevolezza. Con La Mindfulness si accresce la presenza mentale ed si impara ad essere presenti in modo consapevole con il proprio corpo, imparando a riconoscerne i segnali psico-fisici; con le proprie emozioni, riuscendo nel tempo a gestirle senza esserne sopraffatti ed infine con il mondo circostante, al fine di vivere relazioni più armoniche e meno distruttive (Goldin et al., 2010). La meditazione di Mindfulness è un training psicoeducativo volto a favorire la regolazione delle emozioni, l’autocompassione, la gestione dello stress e strategie di coping, nonché migliorare alcune competenze cognitive, quali attenzione sostenuta, memoria visto-spaziale, memoria di lavoro e concentrazione.

Citando lo psichiatra Jeffrey Schwartz, “la mente ed il cervello sono due entità separate e la prima può influenzare la seconda, in base ad una capacità innata di neuro plasticità auto diretta“, questo può farci dedurre che, praticando costantemente la Mindfulness, si possiamo avere degli effetti neurofisiologici nel funzionamento cerebrale. Di interesse sono i benefici connessi all’asse SISTEMA LIMBICO-CORTECCIA PREFRONTALE. Con la meditazione di Mindfulness, si evidenzia un ispessimento della Corteccia Prefrontale e tale ispessimento migliora l’attenzione e conseguentemente il processo di apprendimento (Lutz et al., 2008)

Presso il nostro centro è attivo un servizio dedicato alla Mindfulness nel trattamento di bambini con ADHD. 

 

Bibliografia
  • Goldin, P. R., & Gross, J. J. (2010). Effects of mindfulness-based stress reduction (MBSR) on emotion regulation in social anxiety disorder. Emotion, 10(1), 83.
  • Lutz, A., Slagter, H. A., Dunne, J. D., & Davidson, R. J. (2008). Attention regulation and monitoring in meditation. Trends in Cognitive Sciences, 12(4), 163–169. Desbordes, G., Negi, L. T., Pace, T. W., Wallace, B. A., Raison, C. L., & Schwartz, E. L. (2012). Effects of mindful-attention and compassion meditation training on amygdala response to emotional stimuli in an ordinary, non-meditative state. Frontiers in Human Neuroscience, 6.
  • Programma Mindfulness “Il fiore dentro” – Antonella Montano, Silvia Villani, 2018

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